Come spiega il successo e i riconoscimenti ottenuti in tutti questi anni?
Mi sento direi onorato e soddisfatto dei risultati raggiunti, perché sono un riconoscimento all’impegno e al lavoro svolto con grande cura e dedizione a un progetto in cui ho creduto molto. Ho tracciato un percorso di crescita e rivalutazione, in questo aiutato anche dall’esperienza e passione di un enologo come Federico Ricci, che abbraccia questi ultimi anni in cui mi sono messo in prima linea per difendere e portare al lustro odierno un prodotto di valore come il “Passito di Pòllera”.
Il passito di “Pòllera”, ricavato dalla Pollera a bacca nera, un vitigno che era stato quasi dimenticato, è il fiore all’occhiello della nostra produzione. Grazie alla nostra passione per questa creatura aristocratica abbiamo ottenuto un prodotto sì di nicchia ma valutato e premiato da estimatori e addetti ai lavori di un certo calibro come Luigi Veronelli, il noto enologo. […] Questo riconoscimento di prestigio è stato una conferma del nostro giusto sperimentare e valorizzare un vitigno locale in cui abbiamo creduto, visti i segnali d’incoraggiamento iniziali.
Oltre ai premi ottenuti nel 2003 e nel 2006 sono arrivati altri riconoscimenti anche da organizzazioni locali come la “Tuscany’s Best Wine”.
Come spiega il successo raggiunto e la visibilità ottenuta anche all’estero?
Alla prima edizione del “Tuscany’s Best Wine” che si è svolta quest’anno a Livorno alcuni dei nostri preziosi vini hanno ottenuto un vistoso successo come il “Rosso La Costa” 2005 Igt, l’ “Otto Ottobre” Bianco Igt, ma soprattutto il nostro ormai famoso “Passito di Pòllera”, ottenuto da uve che appassiscono per circa 100 giorni su cannicci in ambienti ventilati che ricordano la cura degli antichi contadini. È un vino dai profumi fruttati e speziati intensi che persistono e regalano un trionfo d’altri tempi a tutti i cinque sensi.
Per me e mio fratello Carlo un’altra grande soddisfazione è arrivata da un “Bianco-La Costa”, annata 2004, che grazie alla sua somiglianza con dei vini francesi prestigiosi è stato trasferito all’antica corte dei re di Francia.
Se dovesse scegliere un’espressione per definire o raccontare la vostra filosofia quale sceglierebbe?
Diciamo che una parola in grado di descrivere la nostra filosofia è: controtendenza. Tutti vanno nella direzione dei vitigni rinomati o assodati e scelgono vini dal gusto facile e di immediato riscontro. Noi puntiamo sul vitigno autoctono con gli eventuali rischi che questa scelta comporta. Preferiamo andare su strade poco battute e poco conosciute.
Insisto sul fatto che un buon vino e un prodotto di alta qualità parli di per sé e si presenti al meglio da solo. Siamo orgogliosi della nostra produzione di nicchia e del fatto che i nostri vini sono stati insigniti dell’Igt Val di Magra.